The brevity of life

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The books chosen by Federica Dagonese

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Due sono le persone nella mia vita con cui riesco a parlare di ciò che leggo liberamente come e quando voglio…e a loro da mesi e mesi ripeto sempre la stessa musica: impegniamoci a leggere la letteratura nuova, quindi le ultime uscite, perché troppo spesso diamo valore solo ai classici. Bene, dopo questa recensione penso di non meritare più la loro amicizia! Insomma, l’ho fatta grossa! Addirittura scegliere Seneca: ma mi dispiace, lo dico liberamente, solo molto delusa da parecchia letteratura contemporanea e per questa volta mi sono rifugiata in un cantuccio sicuro.

Ebbene sì, io vorrei invitarvi a leggere Seneca! Liberiamoci per un attimo daI pregiudizio – solito e ormai stantio – che se una cosa l’abbiamo studiata nonché odiata a scuola, beh è più che sufficiente! E il latino poi, che brutta bestia da ricacciare nel dimenticatoio! E mentre ci ripuliamo dai pregiudizi, togliamo anche via anche quello che ci fa pensare che un autore troppo lontano dalla nostra epoca non possa dirci più nulla.

Quindi ascoltatemi: la lettura è veloce, anzi no velocissima; io ho acquistato e letto questa versione Feltrinelli, che consta di 65 pagine, di cui la metà in latino. Consideriamo solo la parte in italiano: una trentina di pagine. Ergo -ops- possiamo farcela in un solo pomeriggio. Poi Seneca è estremante lapidario, poche parole, frasi brevi, poche subordinate: immediato.

I capisaldi del pensiero “senechiano”, calati sotto forma di lettera all’amico Paolino, sono: non è vero che la vita è breve, non è vero che abbiamo poco tempo, ma è vero che ne sprechiamo molto. Dobbiamo smetterla di affaccendarci nei mille impegni, nelle frenetiche attività della vita quotidiana; non dobbiamo rincorrere la fama per vedere che il nostro nome risuoni in tutti fori (ci siamo capiti, no?) della nostra città; non dobbiamo studiare per il semplice gusto del sapere: la felicità non sta in queste faccende che ci allontano dal sacro tempo libero, il famoso otium dei latini, che non è la nostra noia o relax. Il tempo libero è il dedicarsi a sé stessi, ossia la ricerca delle vere cose utili che abbiano un senso e uno scopo.

Affrontate questa lettura solo se siete forniti di una buona dose di sana autocritica, perché, cari lettori, queste pagine il caro Lucio Anneo le ha scritte anche per noi, intelligentissimi uomini e animali sociali di questo secolo. Eh no, non è la solita canzoncina che vuole i popoli antichi più saggi di noi, perché ricordiamoci che l’autore scrive innanzitutto una critica agli uomini del suo tempo, che qui sono presi di mira.

Sentiamoci anche noi criticati e giudicati negativamente da queste parole, noi che davvero abbiamo perso il valore del tempo, della lentezza, del saper stare da soli, del ritagliarsi dei sani spazi di riflessione in cui io dialogo con me stesso e non necessariamente di me stesso; in cui non dobbiamo mostrare niente a nessuno. Noi che oggi siamo smart solo se sappiamo fare tante cose, e solo se le sappiamo fare in team, se siamo multitasking, se mentre raggiungiamo alle 7 del mattino il posto di lavoro siamo in grado di ascoltare un podcast, di rispondere alle mail che ci sono state inviate un minuto fa e se riusciamo già a programmare la cena con gli amici, perché poi tornati a casa è tutto estremamente noioso. Ah e poi, Seneca lo dice chiaramente: «non bisogna passar la vita tra il pettine e lo specchio».

Buona lettura e buona riflessione, lettori.

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Lucio Anneo Seneca, The brevity of life, Feltrinelli, Milano, 2017

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