Love in time of virus (1 of 2)

Written by Laura Zona

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Si incrociarono davanti alla bilancia del banco di frutta e verdura, in mano un sacchetto di arance da pesare.

“Prego, passi pure!” disse l’uomo con galanteria, la voce velata dalla mascherina.

“No, no, è il suo turno, ci mancherebbe!” rispose la donna, gentile ma risoluta.

Per un istante gli occhi neri e profondi di lui pervasero quelli verdi e dolci di lei e, repentina, fu la sensazione di conoscersi da sempre.

“Insisto!” ribadì lui ridendo.

“Se insiste, allora passo! Grazie!” disse lei, le labbra distese in un sorriso conciliante mentre raccoglieva l’etichetta e l’incollava sul sacchetto. 

“Buona giornata!” Si congedò l’uomo con leggera esitazione, quasi a cercare ancora un appiglio alla conversazione.

“Altrettanto!” ricambiò la donna allontanandosi.

 “Strana sensazione!” fu il pensiero che attraversò la mente di entrambi, mentre scorrevano ciascuno la lista della propria spesa. 

Una voce femminile alle sue spalle catturò l’attenzione dell’uomo che, distrattamente, stava scaricando nel bagagliaio le borse della spesa: “Credo abbia dimenticato il suo sacchetto di arance!” 

Si voltò e la vide, sorridente, con il sacchetto in mano: “Sono tornata indietro perché avevo dimenticato i limoni e l’ho trovato. Ho pensato fosse suo!”

“Sono proprio sbadato!” rispose lui felicemente sorpreso “Mi dia il tempo di indossare la mascherina! L’ho tolta perché non mi fa respirare ma sono raffreddato e non vorrei contagiarla”.

“Ho già superato l’influenza, non c’è problema!” disse lei tendendogli il sacchetto.

“Vorrei stringerle la mano per ringraziarla, ma è meglio di no, vero?” rispose lui facendo l’occhiolino.

“Meglio mantenere la distanza di sicurezza!” concluse lei ridendo.

“Ma…è solita fare la spesa il martedì a quest’ora?” azzardò lui, sperando di non essere troppo invadente.

“Dipende dal mio lavoro, ma se proprio posso, sì” rispose lei.

Con coraggio lui continuò: “Posso chiederle il suo nome, se non sono troppo curioso!”  

“Valeria… e lei come si chiama?” gli tenne testa la donna.

“Alberto…lo sa Valeria che per combattere il virus basta la vitamina C? Vale la pena di replicare la scorta di arance. Che ne dice? Ci troviamo la prossima settimana stessa ora, stesso posto?” disse Alberto, con gli occhi che brillavano speranzosi.

“Mi pare una buona idea la scorta di arance! E’ un bene di assoluta necessità e la spesa si deve per forza fare!! Alla prossima, allora!” 

Valeria aveva risposto con allegria, salutandolo con un cenno della mano.

In altre occasioni, fiutando il pericolo, la sua mente sospettosa sarebbe subito intervenuta imponendole una veloce ritirata. Da quando era finito il suo matrimonio aveva posto un deciso stop a qualsiasi tipo di relazione. La scelta di dedicarsi ai suoi genitori rappresentava un’isola di confort nella quale si era rifugiata per proteggersi dal pensiero di una nuova storia d’amore e dalla paura di un possibile fallimento. 

Ma questa volta non poteva fare a meno di riconoscere che Alberto, lo sconosciuto, in pochi istanti e con un futile pretesto, era riuscito a farla sorridere come da tanto tempo non accadeva.

Alberto, a malincuore, l’aveva accompagnata con lo sguardo mentre si allontanava: negli occhi di Valeria riconosceva una luce indecifrabilmente familiare, uno strano senso di “deja vu”. 

Qualcosa che non aveva mai riconosciuto in nessuna delle tante donne frequentate, come un incallito dongiovanni, nel tentativo di colmare il vuoto lasciato da Paola, sua moglie.

 

Proprietà intellettuale di Laura Zona

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