Atti di sottomissione

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“VENERDÌ DI-VERSO

C’erano cose che ci saremmo aspettati di avere e che non avevamo.

Quanti amori ci vogliono per dare un nome all’Amore? Quante volte si deve morire per sentire davvero l’aria nei polmoni? Quanto dolore si può sopportare prima di – quanto?

Ad alcuni questo libro potrebbe sembrare poca cosa. Non perché sia brutto (anzi) o mal scritto (proprio no), ma per la sconfinata distanza che separa chi si è sempre amato – o ha imparato ad amarsi – da chi vive se stesso come un campo di battaglia. È una distanza incolmabile, assurda. Ci sono persone che si vogliono sinceramente, genuinamente bene. Ci sono le Lisa. Le vite complete, le vite con una direzione. Senza la paura alla gola che stringe a ogni risveglio. 

Cara Lisa, leggerai questo romanzo e penserai di capire. Con tenera magnanimità potresti voler suggerire una vita fatta di possibilità diverse, di scelte sensate; oppure potresti liquidare con disprezzo i vaneggiamenti di un’anima alla deriva. Un’anima che non si ama, nonostante ogni disperato, ai più incomprensibile, tentativo.

“Avrei potuto scegliere altri grandi amori invece degli uomini che ho amato? Certo che avrei potuto, ma non l’ho fatto, e questa, la mia storia, è la storia di un atto mancato.”

Questo libro non è per te, Lisa. 

Mancarsi. Sentire la mancanza di se stessi. Oppure perdersi per poco, c’eri quasi, la presa non è stata abbastanza tempestiva, i tempi sono scivolati nell’errore di un istante, fondamentale, alla Sliding doors. In entrambe le accezioni, coloro che comprendono il senso di questo spazio negativo, profondo e ineluttabile, leggeranno il romanzo tra brividi di raccapriccio, devastati dalla precisione e dall’esattezza del raccontarsi di Megan Nolan. Un corpo e un’anima e un cuore annichiliti dall’incessante battaglia. Lucida, spietata come le migliori donne della letteratura. Spietata non contro se stessa – c’è del perdono in questa storia – bensì spietata nel denudare la frangibilità umana: una crepa che Nolan segue nel suo scricchiolante, inesorabile diramarsi, fino al cristallino dissolversi della superficie in un milione di frammenti.

Dove ha inizio la crepa? La si può fermare? E se la superficie che si crepa poi si infrange, sotto cosa rimane? Cosa c’è? 

Non abbiatene a male, non è un libro per tutti. Ad esempio, se vi sentite tipi dall’indice moralizzatore facile, un consiglio: lasciate perdere. 

Ma se vi svegliate la mattina e la prima domanda che vi fate è “perché?”;

se avete paura;

se avete molto amato – la persona sbagliata, nel modo sbagliato, nel tempo sbagliato;

se pensate di essere molto più abili nel distruggere che nel costruire;

se avete sbagliato così tanto da pensare che stare sull’orlo del precipizio rappresenti l’equilibrio supremo, quello in cui vi sentite a casa, leggete questo libro. Qualcosa c’è, sotto ogni superficie infranta. Scoprirlo, è quello che rimane dopo la disperazione. E non è poco, è tutto.

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Megan Nolan, Atti di sottomissione, NN, Milano, 2021

Edizione Originale: Acts of Desperation, Jonathan Cape, London, 2021

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