La storia di Artemio (2 di 3)

Scritto da Valentino De Bernardis

 


 

“Buonasera.” dice pentendosi di aver parlato per primo. Decide di attendere che venga fatta luce prima di dire altro.

“Sei in ritardo.” prova sollievo a riconoscere la voce tranquilla di Primo, ma è bene non farlo notare. Viene accesa una candela, la fiamma coperta da una mano per mitigarne la luce.

“Quanto tempo ci vuole per aprire una porta?!” tira via una imprecazione; si rivolge serio come un colonnello pluridecorato verso un militare di leva trovato addormentato durante la guardia. Un leggero tremolio gli scuote il capo, non per diniego, ma per nervosismo.

“Non ti avevo sentito, eravamo in riunione.” dice Primo riponendo a sua volta la pistola dentro la cintura dei pantaloni.

“Avete iniziato senza di me? Sono già arrivati tutti?” domanda, ora che vedendo il volto serioso di Primo, ha indirettamente una seconda conferma che tutto vada per il meglio.

“Tu sei l’ultimo. Abbiamo dovuto per forza iniziare senza di te, altrimenti con il coprifuoco nessuno sarebbe potuto andare via.” viene ripreso come si può rimproverare un diretto superiore. “Andiamo.” esorta Primo più interessato ai contenuti e meno ai convenevoli. Artemio avanza verso l’interno della casa che oramai conosce a menadito, sebbene non la frequenti assiduamente.

La candela illumina porzioni maggiori del corridoio, ma prima di giungere al soggiorno si provvede a spegnerla per non destar sospetti in qualcuno nella strada adiacente: ufficialmente si tratta di un appartamento abbandonato.

Sedute a terra, al chiarore della luna d’inverno, riconosce chiaramente le sagome di tre ragazzi e una ragazza, smagriti dalla vita dei monti ma non impauriti. Sul pavimento la crosta di un pezzo di formaggio, prima di andare via anche quella sarà mangiata, con i tempi che corrono non c’è spazio per gli avanzi.

“Compagni.” il saluto genera quel calore di cui tutti hanno bisogno. Fa tornare alla mente la motivazione madre di tante sofferenze. Compagni! Mai più fratelli o amici, men che meno camerati, ma compagni!

“E’ bello rivederti vivo compagno Spina.” – era il nome da battaglia che si era dato Artemio. A salutarlo Umberto, noto come compagno Walter, l’unico assieme a Primo, a conoscere Artemio fin dall’infanzia.

“Siedi, prendi è rimasto del formaggio.” lo invita compagno Walter a banchettare con i pochi grammi di quella rarità che nessuno mangiava da molto tempo. Artemio accetta l’invito senza far domande sulla provenienza di quel cibo, difficile da trovare persino nel mercato nero di Porta Romana.

Gli altri due ragazzi seduti a terra, ben al di sotto della linee delle finestre, sono compagni piemontesi (forse loro hanno portato da mangiare?), conosciuti quando la resistenza era già cominciata, ma di cui c’era da fidarsi come vecchi amici. La ragazza l’unica di cui non sapeva nulla, scossa dal freddo anche sotto la copertina che le avevano procurato.

“E’ tardi, noi a breve dobbiamo andare.” dice uno dei due piemontesi.

“Come vanno le cose dalle vostre parti?” – chiede il partigiano Spina di risposta, a recuperare il tempo perduto e arrivare subito al tema centrale dell’incontro.

“Siamo in difficoltà, non abbiamo mezzi a sufficienza. I tedeschi hanno delatori ovunque e fanno rastrellamenti mirati prima delle nostre azioni. L’arresto e l’assassinio di Galimberti è una ferita che continua a sanguinare, ancora non siamo riusciti a risalire al nome del traditore che ha indicato il recapito del Comando nella panetteria a Torino.”

“Porci bastardi.” Spina conosceva personalmente Duccio Galimberti. Più anziano di una ventina d’anni era stato la sua fonte d’ispirazione, colui che con poche parole era riuscito a convincerlo a prendere le armi per difendere non soltanto la patria, ma tutti i valori fondamentali che ne erano alla base e che venivano calpestati con ignominia dallo stivale germanico e dai loro alleati fascisti. Sebbene del Partito d’Azione, il lutto della morte di Galimberti fu un duro colpo per i partigiani di qualsiasi colore, dai comunisti ai popolari.

 

Proprietà intellettuale di Valentino De Bernardis

É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.
É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dall´autore.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *