In transiberiana

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“Al ritorno non sei più come prima.”

Alcuni libri vanno letti con gli occhi, apprezzati con l’olfatto e gustati con la bocca. Sono i libri che raccontano di viaggi in terre lontane. A segnare i capitoli sono i sapori narrati e il diverso grado d’emozioni che lo scrittore-viaggiatore prova a trasmettere su carta. Un compito arduo perché descrivere la bellezza e la difficoltà di un viaggio è impegnativo quanto scalare una montagna a mani nude.

I vestiti sporchi, la ricerca di cibo mentre si percorrono strade poco battute, l’importanza di scrivere lettere a casa e avvertire che va tutto bene, rappresentano l’essenza di questo tipo d’esperienza.

Come intuibile dal titolo, il libro ripropone il viaggio fatto dall’autore in transiberiana nel 1978, un sogno a occhi aperti, tra leggenda e mito. Un mondo perduto e un modo di viaggiare scomparso, un tempo in cui partire da casa verso l’ignoto era un’impresa e il coraggio era il primo timbro sul passaporto.

Un periodo in cui le informazioni rintracciate sui libri, sulle enciclopedie e sulle mappe erano le più importanti compagne di viaggio dalle quali non ci si doveva separare mai. Se si aggiunge alla somma delle difficoltà quella comunicativa, perché in molte zone dell’entroterra asiatico in pochi parlavano inglese, allora si ha una vaga idea del confine labile tra viaggio e avventura.

La lettura prende il cuore e induce a proseguire a capo chino sulle pagine che corrono via come i chilometri sotto i piedi dell’autore. A distanza di anni, apprezziamo i cambiamenti in positivo che il mondo ha vissuto: nessuna guerra fredda a dividere il mondo in due blocchi pronti ad autodistruggersi, la facilità relativa ad attraversare i confini, anche quando si decide di viaggiare via terra. L’altro lato della medaglia è l’omologazione dei luoghi e degli uomini in film già visti ma con attori locali.

Giunti all’ultima pagina abbiamo iniziato a giocare con il mappamondo fantasticando sul prossimo biglietto da acquistare.

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Pellegrino Angelo, In transiberiana, La vita felice, Milano, 2013 

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