Scritto da Alessia Giannola
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Kitchen è il romanzo esordio della scrittrice giapponese Banana Yoshimoto ed è composto da tre parti: kitchen, plenilunio e moonlight shadow; quest’ultima parte è però presente solo in alcune edizioni del libro tra cui questa edita dalla Feltrinelli.
Il filo conduttore del libro è il tema della solitudine, infatti Mikage, la protagonista, è una giovane ragazza che si ritrova sola al mondo dopo la morte della nonna. Il senso di inquietudine che ne deriva porta Mikage a trovare senso di tranquillità e conforto in un unico luogo: la cucina.
Indipendentemente dal fatto che siano nuove, pulitissime o sporche, le cucine sono il posto che lei apprezza di più; luogo in cui si consolida, durante il romanzo, un forte rapporto di amicizia con Yūichi, purtroppo destinato anche lui a sperimentare il vuoto della perdita. Le cucine rappresentano dunque il calore di una famiglia da sempre desiderata ed è lì che una tazza di tè bevuta su un futon, un piatto di soba o di katsudon, non solo sono un modo per scaldare il cuore, un pretesto per estraniarsi dalla realtà così tanto complicata, ma diventano anche l’occasione per il lettore di scoprire un po’ del mondo giapponese.
Quello che più colpisce durante la lettura del libro non è tanto la trama quanto lo stile narrativo usato, Yoshimoto infatti riesce a trattare argomenti molto impegnativi con leggerezza; le descrizioni delle emozioni provate da Mikage, siano esse di tristezza, malinconia o rassegnazione sembrano delicate pennellate di acquerello. Nonostante i temi trattati, la narrazione non lascia l’amaro in bocca, al contrario in essa emerge la forza interiore dei personaggi di superare le difficoltà, nonostante tutto.
Particolare, infine, è l’uso di elementi onirici che costituiscono uno dei tratti distintivi dello stile dell’autrice e che sono presenti soprattutto nell’ultima parte del libro, in un continuo intreccio tra fantasia e realtà.
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Banana Yoshimoto, , Feltrinelli, Milano, 1993
Edizione originale: Kitchen, 1988.