Due vite

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Non siamo nati per diventare saggi, ma per resistere, scampare, rubare un po’ di piacere a un mondo che non è stato fatto per noi.”

Due vite è un libro che non mente: si tratta esattamente del racconto di due vite di due amici dell’autore, Pia Pera e Rocco Carbone.

È un romanzo che ci commuove sebbene sia immerso in una disarmante semplicità narrativa, proprio perché si configura, sin dalle prime pagine, come un’asciutta e schietta confidenza che lo scrittore concede a noi lettori: senza schermi e senza filtri; spesso Trevi si autoaccusa di comportamenti poco inclini all’amicizia e lo fa senza vergogna, proprio perché non vi è mai l’intenzione di edulcorare nessun aspetto delle relazioni umane.

Nella scoperta della personalità dei due amici raccontati – e di traverso anche di quella dell’autore – scopriamo la fragilità umana, in senso esistenzialista e in senso più materialista. Scopriamo così che siamo vittime di incomprensioni, sbalzi d’umore, malattie e fobie. 

Sì, ancora una volta la letteratura ci tira le orecchie e ci dice a chiare lettere che non importa il nome dei protagonisti: no, non importa davvero! Perché tutti i libri parlano di noi: esseri umani che viviamo tra le fila di un qualcosa, comunque esso si chiami, che ci muove e ci giostra talvolta come burattini a cui improvvisamente viene spezzato un filo. Ecco perché ci siamo commossi tra le pagine di questo libro, perché la vera protagonista è la debolezza dell’uomo, raccontata appunto attraverso un’amicizia profonda.

Lo stile dell’autore, sebbene come vi abbiamo già scritto sia abbastanza asciutto, è perfettamente in grado di sostenere le riflessioni che lo scrittore ci affida, ossia le sue personali teorie sul senso dell’amicizia e della vita: per questo che apprezziamo il libro e sì ve ne consigliamo la lettura. 

Non lasciatevi incantare da un libro di sole 121 pagine, perché è facile rimanere fermi su una frase, una riflessione anche per ore; puoi fermarti, lettore, su un concetto perché sentirai la necessità di metabolizzare quanto appena letto.

Perché raccontare le vite di due amici e affidarle ad un ampio pubblico di lettori? La domanda sorge quasi obbligatoria, è vero, se non alle prime pagine del libro, quanto meno dopo le prime venti… ma la risposta arriva solo alla fine e noi – come sempre – non vi sveleremo il motivo.

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Emanuele Trevi, Due vite, Neri Pozza, Vicenza, 2020

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