Misty Copeland

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“Ballerai davanti a re e regine. Avrai una vita che la maggior parte delle persone non immagina nemmeno.

Chi è Misty Copeland? Quale storia si nasconde dietro il nome eponimo del titolo, poco noto al grande pubblico, ma che ha attirato l’interesse di Cristina Sarto, tanto da dedicarle un libro?

Misty è il sogno americano raccontato dagli occhi lontani di una giornalista europea, ed è forse questo a dare maggiore valore al testo. Solamente un non-statunitense poteva cogliere e distinguere la magia che si nasconde dietro al raggiungimento di un successo puntando solamente sulle proprie capacità, in un mondo (quello del balletto) dedicato principalmente a ragazze bianche e di buona famiglia.

Come dicevamo, il libro, che non ci sentiamo di definire una biografia, narra la vita di Misty: una normalissima ragazza afroamericana con il sogno della danza. Sottolineiamo l’accezione ironica della normalissima ragazza afroamericana, intendendo la normalità di povertà, problemi familiari, trasferimenti e da Stato a Stato per cercare lavoro tipica, oggi come ieri, di moltissime famiglie non-bianche negli Stati Uniti.

Nonostante le difficoltà su indicate, attraverso il duro lavoro e l’abnegazione, permettono a Misty di raggiungere la stella irraggiungibile, prima entrando a far parte dell’American Ballet Theatre (una istituzione tra le compagnie di danza classica), e poi diventandone ètoile (la prima afroamericana nella storia quasi centenaria della compagnia).

Lo stile del testo è quello di una lunga cronaca giornalistica, mettendo allo scoperto la formazione professionale dell’autrice. Partendo da qui, ci sentiamo di poter definire il libro un lungo reportage, più che una biografia, su Misty Copeland. Questo contribuisce a rendere la lettura non impegnativa, ma scorrevole e piacevole.

Pur apprezzando le buone intenzioni dell’autrice, avremmo preferito in alcuni passaggi che avesse abbandonato il politicamente corretto, perché le parole, tipo la “N-world”, vanno dette e scritte senza timore di offendere qualcuno, ma per svuotarle d’importanza, per togliere un’arma nelle mani di chi la usa per offendere. Le parole sono pietre, alcune pietre di cartapesta.

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Cristina Sarto, Misty Copeland, Battaglia, Imola, 2022

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