La visita

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“Il cognato pensava con tristezza alla vita che lo aspettava: la moglie moribonda, i figlioli, il lavoro.

Raccolta di racconti brevi che risalgono agli albori della produzione letteraria di Cassola, quando poco più che ventenne iniziava a dare forma all’animo dello scrittore che albergava dentro di lui. 

Pubblicati su alcune riviste letterarie tra il 1937 e il 1942, sono stati riproposti in forma completa nel 1942, per poi essere ripresi nel 1962 con l’aggiunta di un racconto inedito in prefazione, intitolato “il film dell’impossibile”. Questa ultima primizia nell’edizione aggiornata del 1962 rappresenta a nostro parere il testo più bello e pieno di luce dell’intero libro, dove la freschezza giovanile dell’autore e una maturazione di pensieri prima del tempo, trovano un sano equilibrio. L’unico rammarico è di non averlo letto in età scolastica, per questo consigliamo agli insegnanti di farlo leggere ai loro studenti, sia per apprezzarne lo stile pulito, che per avere un primo approccio con il mondo della letteratura per quanto riguarda la prosa e la poesia, e il modo in cui interagiscono. 

Le storie raccontate sono brevi, alcune persino brevissime di una sola pagina forse definibili meglio come riflessioni condivise su alcuni stati d’animo, o su determinate situazioni di vita familiare, senza avere dietro la struttura di una storia ben definita. 

In varie storie, ad una attenta lettura, si possono rintracciare alcune tematiche/dinamiche autobiografiche di Cassola, tipiche della giovane età di molti autori, in cui si racconta quello che maggiormente si conosce o con cui si ha un rapporto giornaliero, in altre parole: raccontare ciò che si vede. Così diviene facilmente spiegabile anche il ritorno di alcuni personaggi in vari racconti. 

La copertina originale del libro, con un paesaggio di mare invernale, è forse la summa più chiara del suo contenuto. Un’anima poetica di malinconia che cammina sulla certezza della sabbia fredda, con davanti l’incertezza del mare sconfinato. 

Noi non siamo tra coloro che definisco Cassola un autore pervaso da una ideologia pessimista, piuttosto si dedica solamente a raccontare la vita come viene, nella sua normalità senza alcun tentativo di indorare la pillola. 

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Carlo Cassola, La visita, Einaudi, Torino, 1962

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