La strangera

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La pioggia lavò via l’estate. Bagnò la terra, e dalla terra si sollevarono nubi cariche d’umidità che si sparpagliarono tra le rocce e avvolsero le creste.”

Se state cercando una narrazione costruita su colpi di scena o azioni intriganti allora questo non è il libro giusto. Il tempo scorre lento, dilatandosi come una fisarmonica alla sua massima estensione, solamente per suonare una sola nota. Un libro da leggere dal punto di vista stilistico, un buon esercizio, ma che, se fosse stato più “sporco”, avrebbe avuto una marcia in più.

Siamo tra le montagne del nord Italia, riparati all’interno di un rifugio prima nel caos della stagione estiva e dei turisti usa e getta, e poi della scomoda solitudine di quella invernale.

La protagonista, eponimo del titolo, è una giovane ragazza figlia della grande città (Torino nello specifico) che decide lasciare alcune comodità familiari, per andare a trovare sé stessa, e la propria strada nella vita.

Un periodo di crescita emotiva e personale che tutti affrontano prima o poi, assetati di accumulare esperienze e di rendersi in qualche modo indipendenti, tagliare il cordone ombelicale con le proprie radici, che ci tengono ferme su un terreno che conosciamo a memoria e non ha altro da offrire. In questo contesto la protagonista (Beatrice) diventa strangera (straniera) sia verso il suo passato, sia verso il suo presente e gli abitanti della montagna.

La confusione della protagonista potrebbe benissimo essere quello della scrittrice, che pensiamo abbiamo la stessa età, e ci chiediamo quanto ancora di autobiografico ci sia nel testo; questa non vuole essere un punto a sfavore della storia, ma una constatazione su un passaggio comune a molte opere prime.

Un testo certamente ben strutturato nelle parole usate, nella parte descrittiva e nei tempi, ma altrettanto mancante nella definizione caratteriale dei personaggi. Non siamo riusciti ad empatizzare con alcuno di loro. Forse è una scelta voluta per lasciare maggiore spazio all’ambientazione della montagna, in linea con il carattere delle persone che la vivono? Oppure nulla di tutto questo? Aspettiamo con piacere di poter leggere un secondo romanzo della scrittrice, per capire dove la sua penna potrà arrivare.

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Marta Aidala, La strangera,  Guanda, Milano, 2024

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