A caccia dell’Orso

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Recensione di Alessia Colombo


Tipologia: albo illustrato
Tematiche principali: famiglia, avventura, natura
Tecnica delle illustrazioni: matita e acquerello
Età consigliata: 0-6 anni


 

A caccia dell’orso andiamo.

Di un orso grande e grosso.

Ma che bella giornata!

Paura non abbiamo.

Così un gruppo di cinque bambini dalle età disparate, assieme al loro cane, parte alla ricerca dell’orso che abita in una grotta sulla spiaggia. Per arrivarci attraversano prati fruscianti, gelidi fiumi, melma densa, boschi fitti e addirittura un’ululante tempesta di neve. Aiutandosi a vicenda ad affrontare gli ostacoli della natura, giungono infine alle tana dell’orso. Paura non hanno, ma forse nessuno di loro aveva pensato come affrontarlo o che davvero ci sarebbe stato un orso. Infatti, quando questo fa per inseguirli, i bambini scappano ripercorrendo velocemente tutta la strada fatta e tutte le difficoltà incontrate, mentre l’orso, sempre in vista dietro di loro, li rincorre.

Finalmente arrivati a casa i bambini chiudono la porta in faccia al grosso animale e vanno a nascondersi sotto le coperte del lettone. Al poverino non resta che tornarsene sconsolato nella sua grotta. A caccia dell’orso… non andiamo più!

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Un’altra perla pubblicata nel 1989 con il titolo inglese originale We’re Going on a Bear Hunt, portata in Italia nel 2001 da Mondadori. Questo albo ad oggi è considerato un classico e negli anni ha visto numerosi riconoscimenti e trasposizioni (cinema, tv, teatro e anche un’app). Il testo è ripetitivo e ritmato, perché tratto da una canzone popolare inglese che Michael Rosen ha riadattato. Ricorrente è anche l’utilizzo di suoni onomatopeici per riprodurre i rumori della natura, come svish svush per il frusciare dell’erba e splash splosh lo sguazzare nell’acqua. Danzando con il testo, le bellissime illustrazioni di Helen Oxenbury alternano il bianco e nero della matita all’acquarello colorato.

Del libro ho apprezzato molto l’affetto reciproco che si percepisce tra i personaggi del gruppo, sensazione trasmessa soprattutto dalle tavole. L’illustratrice conferma di essersi ispirata ai propri figli, anche se, senza questa informazione, si può facilmente credere che i maggiori siano il papà e la mamma. Ad ogni modo, famiglia o un gruppo di amici, durante la loro avventura ognuno si prende cura dell’altro spontaneamente: il più grande porta in spalla il più piccolo nell’erba alta, qualcuno accompagna il cane nell’attraversare il fiume e qualcun altro slaccia le scarpe a chi non riesce. La ricchezza della natura, che imita la campagna inglese e gallese, è decisamente un altro punto a favore, nonché l’entusiasmo e la spensieratezza dei bambini nell’affrontare questo viaggio insieme (mi ricordano un po’ i bambini sperduti che vanno a cercare gli indiani, nel Peter Pan della Disney). Magari a volte è una natura avversa e difficile da attraversare, ma che avventura sarebbe senza ostacoli? In A caccia dell’orso si potrebbe insomma leggere questo messaggio: che nella vita può succedere di tutto, ma se ci sia aiuta a vicenda non c’è ostacolo che non si possa superare.

Il testo cantilenante, la tenerezza delle tavole, i suoni onomatopeici che portano ad una spontanea lettura ad alta voce, lo rendono un libro adatto anche ai più piccolissimi. Per la fascia 0-6 l’illustratrice Helen Oxenbury ha realizzato molti altri libri, tra questi vi suggerisco Dieci dita alle mani e dieci dita ai piedini (testi di Mem Fox) e La fattoria degli animali liberi (testi di Martin Waddell). E ora sdraiatevi sull’erba a leggere questa splendida avventura e dopo la lettura… tutti a caccia dell’orso!

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Michael Rosen, Helen Oxenbury, A caccia dell’Orso, Mondadori, Milano, 2001

Edizione originale: We’re Going on a Bear Hunt, Walker Books, London, 1989

 

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