Il maestro sgarrupato

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“Le case sono piene d’immondizia, le strade tutte secondarie, tutte scorciatoie che non portano da nessuna parte.”

Continuazione ideale di quello che fu il primo successo dello stesso maestro Marcello D’Orta (io speriamo che me la cavo), il libro ne riprende molte delle tematiche e delle domande lasciate in sospeso. 

Il libro è piacevole, si legge in un pomeriggio, ma non è così semplice come potrebbe sembrare; con uno stile d’altri tempi aiuta a riflettere su temi importanti, ritenuti erroneamente secondari nella vita quotidiana, ma invece di vitale importanza per lo sviluppo dell’Italia.

Diviso in due parti, la prima con le riflessioni dell’autore sulla realtà didattica nell’Italia meridionale e la seconda con una selezione di nuovi temi dei suoi alunni, il testo ha il dono di rimanere di un’attualità quasi maledetta.

Le vicende narrate mettono sul banco degli imputati il sistema scolastico italiano e le contraddizioni economico-sociali dell’Italia meridionale. Classi sovraffollate, edifici fatiscenti e personale annichilito nelle proprie aspirazioni hanno reso la scuola un luogo di prigionia, questo si ripercuote sugli studenti e sulla formazione della classe dirigente futura del paese.

Anticipiamo ogni obiezioni, come quelle che a suo tempo furono fatte a D’Orta: sappiamo che non è ovunque così, ma in buona parte dell’Italia, e in moltissime parti del meridione, lo è. A distanza di oltre vent’anni, dobbiamo constatare come nulla sia cambiato. Dagli anni novanta a oggi, il sistema scolastico è stato continuamente depredato delle poche risorse che aveva e il livello di preparazione degli studenti livellato verso il basso. Verità lapalissiane nascoste sotto il tappeto delle apparenze e l’allarme lanciato a più riprese dall’autore del libro, caduto nel silenzio del disinteresse.

Da incorniciare e far leggere agli studenti di oggi, i temi dei bambini di ieri. Vittime di una situazione di degrado urbano diffuso, costretti in tenerissima età ad alternare scuola e lavoro o, persino, a lasciare gli studi, per contribuire al sostentamento familiare. 

Avvolti da un’innocenza e una disillusione sincera sulla vita, con un senso dell’ironia tipico della cultura napoletana, riescono persino a strappare un sorriso amaro al lettore. 

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Marcello D’Orta, Il maestro sgarrupato, Mondadori, Milano, 1997

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