Sembrava bellezza

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“Qual è il momento preciso in cui scopriamo che volare è prerogativa di uccelli e farfalle?

Sembrava bellezza e invece no: era dolore, sofferenza, rifiuto di sé e degli altri, ammirazione mista ad invidia e odio; sembra giovinezza e invece era bullismo, prevaricazione e violenza; sembrava successo e gloria della propria carriera e invece era fuga e pianti e ricerca costante di ciò che non c’è o non c’è più.

La protagonista è una scrittrice, che dichiaratamente e palesemente è la voce narrante, dà accesso al lettore, attraverso il turbine dei propri pensieri, alla sua vita, di ciò che ne è stato nel procedere impietoso del tempo. Un flusso di coscienza che, a sorpresa e fuori da canoni cui siamo abituati, si rivolge direttamente a noi.

È una storia crudissima e realissima, che ci chiama in causa e ci fa dire “sì anche io l’ho pensato”; si tratta di un costante mea culpa nella vita della protagonista che da sola si mette alla gogna, senza paura, senza fronzoli o edulcorazioni di vario genere e senza la pretesa di essere davvero ascoltata: sì abbiamo ascoltato la storia di Livia e Federica e la tua. Non vogliamo sapere i cognomi perché Livia e Federica possono essere i nostri amici o familiari; sono in mezzo a noi e nessuno ci aveva mai detto in questo modo di quanto tutto possa essere pesante e duro da vivere: meglio fuggire.

È la storia di adolescenti costrette a vivere, più o meno consapevolmente, storie terribili: di violenze, abusi, amicizie, così come sono le amicizie adolescenziali: spavalde e spaventate talvolta, limpide ma anche sporche e poco comprensibili. È la storia di una madre non desiderata, che deve lottare per cercare di farsi accettare benché non possegga le armi adeguate: è una lotta impari e spietata.

È la storia di Livia, la bella e invidiata Livia; la ragazza desiderata da tutti, con i suoi capelli biondi e occhi azzurri; Livia che si ferma a parlare con gli sconosciuti, che conquista ragazzi per poi buttarli via; Livia è bella e insegue la bellezza, cristallizzata dal tempo e dal corpo: Livia rimasta adolescente nel corpo di una cinquantenne, è ancora bellezza?

La scrittura è irruenta, che, sebbene all’inizio ci abbia estraniato, poi ci ha catturati totalmente e abbiamo capito che una storia tanto diretta non poteva che essere raccontata in questo modo quasi selvaggio: frasi spazzate da virgole, punti, trattini; frasi spezzate dalle paure, dalle ansie, dai peccati e dagli scandali.

La protagonista si è confessata a noi lettori, ma più a se stessa – non ha mai avuto bisogno della nostra approvazione – ma noi vi diciamo: sì, datele un cigno o un attico, adesso. Li merita.

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Teresa Ciabatti, Sembrava bellezza, Mondadori, Milano, 2021

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