Achille piè veloce

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“Anche in una vita immobile si muovono molte cose. Sono stato un privilegiato. Mia madre e mio padre mi hanno dato una cultura.”

Ulisse lavora presso una piccola casa editrice sull’orlo della bancarotta. Senza sapere bene il perché, si ritrova imprigionato in una vita che non lo soddisfa, costretto a leggere brutti manoscritti di scrittori in erba che lo perseguitano dentro i suoi sogni, una fidanzata sudamericana con cui ha un rapporto burrascoso, una madre rinchiusa in una casa di cura e un datore di lavoro da rincorrere, giorno dopo giorno, per essere pagato.

Quando il destino sembra ormai segnato, arriva a salvarlo la misteriosa missiva di uno sconosciuto di nome Achille, che gli chiede un incontro a quattrocchi per discutere su una non ben precisata questione. La curiosità spingerà Ulisse ad accettare lo strano invito, e da allora in poi la sua vita non sarà più la stessa.

Con il tempo il rapporto tra Achille e Ulisse si stringerà in una rispettosa amicizia, senza che i due se ne rendano completamente conto. Una pacifica simbiosi da cui entrambi trarranno benefici.

I dialoghi tra i due sono di una raffinata arguzia. Ogni frase di Achille un percorso inesplorato di riflessioni, specialmente se si tiene conto dei problemi fisici con cui è costretto a convivere sin dalla nascita. Un invito indiretto al mondo intero a investire sulla propria formazione culturale, perché la conoscenza può sopperire a qualsiasi forma di deficienza fisica e renderci indipendenti.

Il finale della storia è tipico di quello dei poemi epici di un tempo, e come non poteva essere altrimenti con i due personaggi principali che si chiamano come eroi omerici? Non possiamo svelare troppo, perché andremmo a rovinare il gusto della lettura, ma siamo certi che molto difficilmente si rimarrà delusi.

Il libro è agile nella lettura, qualche nascosto riferimento aulico lasciato cadere lungo la narrazione ne fa apprezzare il sapore naturale, come briciole di pane lasciate a giacere sulla tovaglia mentre si mangia. Come accennato sopra, abbiamo preferito di molto i dialoghi tra Ulisse e Achille, rispetto alla parte narrata del romanzo, ma questo è un gusto personale, di certo influenzato dal nostro amore totale per Achille.

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Stefano Benni, Achille piè veloce, Feltrinelli, Milano, 2003

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