La torre

http://www.booktomi.com/wp-content/uploads/2022/07/20220701_060448_0000.png

“VENERDÌ DI-VERSO

Dio si era ripreso quella pace precaria e aveva colmato il vuoto di silenzio. Era ancora il Giorno del Giudizio.”

 

Capita di sentire delle combinazioni di parole che per strane circostanze ben si adattano ad un oggetto totalmente diverso da quello originario. Così è stato per queste: “scenario e sostanza”. Si parlava di una città ma si son depositate sulle pagine di Bae Myung-Hoon con una grazia e un tempismo elegantissimi.

E dunque di che si tratta? Di un luogo che non è solo cornice ma anche contenuto, di uno sfondo che si fa protagonista e che gode di tutti i privilegi di un personaggio all’interno del tessuto narrativo: la Torre. Come nei migliori thriller psicologici sfumano ambiguamente i confini tra buono e cattivo, l’occhio che osserva definisce tratti sempre nuovi e inaspettati, lasciando però al lettore la sensazione che un lato rimanga sempre oscuro e sconosciuto, lunare. Ecco allora che ciascun racconto può essere interpretato (insomma, è quel che abbiamo fatto noi) come parte del carattere di questo poliedrico e affascinante personaggio nonché del mondo in cui è immerso e con cui si relaziona: potere, sogno, amore, spiritualità, distruzione, follia. Ma anche: noia e grotesque, burocrazia e finanza. La mastodontica e babelica Beanstalk (come la famosa pianta di fagioli delle favole) condensa la variabilità e l’imprevedibilità dell’umano in un edificio che è Stato e città e quartiere e casa: immaginate una gigantesca lente d’ingrandimento aliena puntata sulla Terra, a osservarne le più abiette nefandezze e i più inspiegabili cambiamenti di rotta. La Torre è la nostra lente. Grazie a questa prospettiva “satellitare”, ci accorgiamo che ad uno sguardo esterno ogni luogo del romanzo riproduce distopicamente le anomalie del nostro quotidiano; tuttavia, le stesse ingarbugliare dinamiche di potere, le ipocrisie, le piccolezze che permeano il nostro vissuto non riescono a soffocare l’insondabile tensione dell’animo umano verso ciò che è bello e innocente e che profuma di un altrove incontaminato in cui, senza scomodare un dio ineffabile, una qualche salvezza sia possibile. E allora l’appello di Eun-soo a milioni di sconosciuti, i notturni comizi di un verticalista con l’amica orizzontalista, il sogno di una casetta in riva al mare, l’empatia con un elefante a un passo dal Nirvana, il coraggio di far esplodere una bomba e quello di non farla esplodere… Se la pressione di 674 piani comprime gli animi, i tempi, i conflitti in uno spazio saturo di tutto ciò che vorremmo onestamente cancellare dalle nostre vite, esiste però una forza uguale e contraria, un’energia centrifuga che parte dagli individui e che ci restituisce della speranza.

Ora: non è che tutta questa positività sia immediatamente deducibile dalle pagine di Bae Myung-Hoon, spesso ironiche, talvolta angoscianti, perlopiù opprimenti per quel contatto disarmante  tra realtà e finzione che rende ogni nostro sorriso un po’ imbarazzato. (“Indovinate un po’ la ricompensa? Una riduzione del personale del 50%. Se eravamo riusciti ad adempiere al nostro dovere con metà staff, che problema c’era a restare così in via permanente?”). Se la fantascienza ha sempre raccontato qualcosa del reale pare ormai che la realtà abbia abbastanza fantascienza da foraggiarne la letteratura senza macchinari prodigiosi o intelligenze artificiali: ci siamo accomodati, accettiamo come naturali l’isolamento, la divisione, l’allontanamento dal suolo a metafora della distanza dal nostro essere umani, tutti un po’ più alieni l’uno per l’altro e soprattutto per noi stessi. Pensiamo però che finché qualcuno (uno scrittore, una bambina, uno scienziato matto) sceglierà ancora di scrivere un libro così o di fare un discorso così, di proclamare un “fermi tutti, guardatevi allo specchio!”, potremo ancora rallentare la folle corsa verso l’alienazione e farne addirittura qualcuno indietro verso quanto di gentile e buono ci rimanga ancora da salvare.

_____________________________________________________________________________________________________

Bae Myung-Hoon, La torre, ADD Editore, Torino, 2022

Edizione Originale: 타워, 2009

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *