Ho sognato la cioccolata per anni

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“I nazisti non sono mai riusciti a inculcare l’idea che essere ebrei sia un peccato.”

Trudi Birger è solo una bambina quando la fine del mondo irrompe nella normalità della sua vita familiare in una maniera inattesa. Di ritorno da una gita fuori porta, la vettura guidata dal padre viene fermata da un posto di blocco di alcuni militari nazisti, e da allora nulla sarà più come prima. 

La famiglia, costretta a lasciare Francoforte in Germania, si rifugerà in Lituania, per prima essere rinchiusa nel ghetto di Kovno (oggi Kaunas), e poi nel campo di concentramento di Stutthof. Assistiamo ad una serie di testimonianze drammatiche a cui non ci si può far mai l’abitudine, anche dopo aver letto centinaia di libri sull’argomento, perché non ci si può abituare all’orrore di ciò che è stato. 

La morte del babbo, trucidato dalle truppe naziste per aver provato a mettere in salvo un gruppo di bambini ebrei, metterà a dura prova gli equilibri all’interno della famiglia e la tenuta psicologica delle singole persone. Trudi si prenderà in carico la salute fisica e mentale della madre, impegnandosi a garantirne la sopravvivenza all’interno del lager: sarà proprio il rapporto d’amore tra madre e figlia il fulcro della storia. 

Per quanto possibile all’interno di quell’inferno chiamato lager, il libro è pieno di sentimento. Angoli di umanità inattesa sono un monito per noi lettori ad avere sempre fiducia nel genere umano nel suo insieme. A far male, invece, è la consapevolezza che i campi di sterminio non sono terminati con la sconfitta dei nazisti, ma abbiano continuato a vivere dentro l’anima delle vittime, fino alla morte.

Nel libro sono sparsi semi di giustificato sionismo. La ricerca di una terra dove poter abitare per sintesi al sicuro, dopo secoli di diaspora. Con il senno di poi, pur condividendo il bisogno di sicurezza reclamato dall’autrice per il suo popolo, sarebbe bello se tale sentimento includesse anche gli altri popoli che abitavano quella terra promessa, ma qui si entra in un altro discorso.

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Trudi Birger, Ho sognato la cioccolata per anni, Piemme, Milano, 1999

Edizione originale: A daughter’s gift of love, The Jewis Publication Society, 1992

 

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