L’ora di greco

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“Il gessetto si spezza in due ed entrambe le metà cadono a terra.

In una moderna Seoul, in cui la comunicazione corre su tutti i canali, il mondo di una donna affetta da mutismo derivante da una serie di traumi, entra in contatto con quello di un uomo reso cieco da una malattia degenerativa. Due vuoti sensoriali che si riveleranno anche due vuoti interiori, legati a ferite aperte che non riescono a far guarire, e che al minimo sommovimento emotivo strappano brandelli sempre maggiori delle loro anime. 

L’ultimo trauma in ordine cronologico a cui la donna deve sopravvivere è quello di una difficile separazione dal marito, che comporterà anche la perdita dell’affidamento del figlio. Decide di trovare riparo momentaneo andando a lezione di greco per provare a riottenere la voce (come era successo in passato con episodi del tutto casuali).  A tenere le lezioni, un professore ipovedente, che come lei vive in equilibrio tra due lingue, tra passato e futuro, certo solamente del futuro al buio che lo attenderà. 

La mancanza di uno dei cinque sensi, conduce a nuove forme di linguaggio tra i due, e anche con il lettore, dove il non detto, il sottaciuto, il silenzio acquistano significati nuovi. Un linguaggio sempre più scarno, come testimoniato dal testo che si assottiglia con lo scorrere delle pagine, fino a diventare un sospiro di poche righe, poche parole, testimonianza della progressiva perdita della parola e della vista dei due protagonisti. 

Pensiamo che a questa traiettoria del racconto, dal punto di vista di costruzione stilistica, sia legata anche la volontà dell’autrice di non dare un nome ai personaggi, che invece di renderli più impersonali, li fa sentire più intimi e vicini a chi legge, migliorandone indirettamente il linguaggio diretto e indiretto. 

Lettura non semplice, e non vuole di certo esserla, a cui non bisogna dedicare ritagli di tempo, ma del tempo pieno, perché ci si ritrova a fare i conti con i propri vuoti emotivi. Certamente alcune sfumature del libro le abbiamo perse dato la nostra poca conoscenza della letteratura e cultura popolare coreana, ma nonostante questo, il libro ci è molto piaciuto. 

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Han Kang, L’ora di greco, Adelphi, Milano, 2023

Edizione originale: 희랍어 시간, Hyundae Munhak, Seoul, 2011

 

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